Circolo Famigliare di Unità Proletaria: Una storia di socialità e cultura
Il Circolo Famigliare di Unità Proletaria nasce nel 1945, subito dopo la Liberazione, per iniziativa dei Partigiani della 48ª Brigata Matteotti, con il sostegno del PCI e del PSI di Gorla. Fondato per ricostruire le relazioni sociali in un quartiere di Milano duramente colpito dalla guerra, fu realizzato grazie a donazioni, tra cui quella del Comitato di Liberazione Nazionale e del sig. Giuseppe Manzini, e al contributo di 73 soci fondatori.
Edificato sulle macerie di una sala da ballo distrutta dai bombardamenti, il Circolo è stato il cuore pulsante di molteplici iniziative. Nel corso dei decenni, ha ospitato associazioni come la bocciofila, un gruppo di escursionisti proletari e la celebre “Società Baristi”, esempio unico di volontariato. Dal 1973, accolse anche il Teatro Officina, fondato da artisti emergenti, che divenne un importante punto di riferimento culturale.
Edificato sulle macerie di una sala da ballo distrutta dai bombardamenti, il Circolo è stato il cuore pulsante di molteplici iniziative. Nel corso dei decenni, ha ospitato associazioni come la bocciofila, un gruppo di escursionisti proletari e la celebre “Società Baristi”, esempio unico di volontariato. Dal 1973, accolse anche il Teatro Officina, fondato da artisti emergenti, che divenne un importante punto di riferimento culturale.
Negli anni ’80, il Circolo affrontò una crisi dovuta a normative più stringenti e cambiamenti nei costumi. Grazie alla presidenza di Cesare Radaelli negli anni ’90, si rinnovò con una ristrutturazione degli spazi, nuove attività serali e l’ingresso del Teatro Zelig, ora noto in tutta Italia.
Oggi il Circolo è uno spazio vivo: organizza corsi di canto, musica e lingue, offre serate culturali e una ristorazione unica con la “Cucina del Popolo,” ispirata al consumo critico e solidale. Da oltre 70 anni, è un luogo dove socialità, cultura e memoria si intrecciano, mantenendo viva la sua vocazione originaria.